Dramione

Dramione

lunedì 12 dicembre 2011

Quello che vorreste sapere di un'autrice.

L'intervista a poison spring

A cura di Venenum e Morgana.



Siamo qui con Poison Spring, splendida autrice di Dramione, che ha iniziato la sua carriera da fanwriter con “La Bellezza del Demonio”; storia che ha certamente catturato l’attenzione di molti, dato il suo impeccabile stile. Impossibile trovare una sbavatura nei suoi scritti, che si distinguono da ogni fan fiction mai letta prima d’ora! Poison è molto conosciuta, oltretutto, per la sua immensa cultura. Infatti, in ogni sua storia, è possibile trovare citazioni degne di essere ricordate; da Fabrizio De André ai Beatles, Poison dimostra di avere un animo profondo per utilizzare tali frasi in contesti che solo lei sa rendere davvero unici.

Poison, che effetto ti ha fatto pubblicare il prologo de “La Bellezza del Demonio” quando ancora nessuno ti conosceva? E quale sono state le tue reazioni dopo il primo “bagno di lettori”?

Questa te la racconto: erano le 4 di mattina, era agosto e io ero nel pieno della mia insonnia estiva. Ho revisionato quel maledetto prologo sei volte prima di cliccare il pulsantino "aggiungi". Immaginami di notte, col caldo, il ventilatore, un pacchetto di sigarette mezzo vuoto e la gatta in braccio. Sono un cliché vivente.
Insomma, era come il momento prima di tuffarsi dal trampolino, quando ti sforzi di non guardare giù, perché l'altezza è spaventosa, ma l'acqua, eh... l'acqua è di quel blu che ti fa desiderare di immergerti e scoprire a quali profondità possa condurre, un blu così profondo.
Il giorno dopo avevo tre recensioni. TRE, no dico, TRE! E una era persino lunga.
Sono quasi caduta dalla sedia!

Sei su EFP da un anno e mezzo, quasi, ma in giro ormai tutti ti conoscono: immagino che questo sia motivo di grande onore per te! Ma scavando dietro Poison Spring, cosa ci racconti della tua vita da fanwriter? Hai uno scheletro nell’armadio di cui vorresti sbarazzarti? Una pecca che ancora oggi ti rende titubante riguardo alle tue storie? Dietro alla maschera della perfezione… che cosa si cela?

Una paranoide con manie di perfezionismo e un lieve disturbo narcisistico, essenzialmente. Se dovessi scegliere uno scheletro sarebbero certi cliché che mi sono scappati nella BdD. Ma non sono proprio nell'armadio ecco, sono sotto gli occhi di tutti in realtà.
Il mio timore è sempre quello di essere troppo celebrale, troppo verbosa. E soprattutto maledettamente autoreferenziale, mi compiaccio di me stessa quando scrivo certe cose e poi tant'è mi chiedo se non sia tirare troppo la corda. Ma alla fin fine sono troppo vanesia per pentirmi.
In realtà c'è una cosa di cui potrei vergognarmi: scrivevo "su" con l'accento.

La trama de “La Bellezza del Demonio” è molto intricata e al contempo semplice e singola; oltre a tenere il lettore appassionato fino alla fine, sei riuscita a non distoglierti troppo dalla relazione sempre crescente di Draco e Hermione né dal punto centrale della storia. E allora ci chiediamo: da dove è nata l’idea di questa fan fiction? Ma soprattutto: quanto tempo e sudore ti è costato per mantenere il tuo canon? “Per amor del Canon” è stato solo un angolo o qualcosa di più? E’ servito a giustificare le tue scelte?

Ero nella mia fase acuta "leggiamo fan fiction Dramione". Leggendo leggendo, mi sono venute delle idee che si sono intrecciate con altre idee: tanto per cominciare, io volevo un Draco e una Hermione che potessero essere "non proprio quelli che avevamo lasciato alla fine di Deathly Hallows". La soluzione più semplice, mi pareva, era ambientare il tutto qualche anno dopo. Il resto si deve alla mia prima passione letteraria: i gialli. Volevo una storia che avesse una trama ed è stato immediato pensare ad un intreccio di quel tipo. Poi piano piano ci ho inserito tutte le mie manie, come il fatto che nessun personaggio comparisse per caso e venisse abbandonato a se stesso, le citazioni tematiche, i cicli narrativi.  Il Canon per come lo intendo io è stato semplice da mantenere, in realtà: ritengo che rispettare i fatti pregressi sia essenziale, a meno di non voler esplicitamente creare una sorta di storyline alternativa. Credo di aver mantenuto anche molti dei tratti dei personaggi originali, pur deviando dove li volevo, appunto, cresciuti. Per amore del Canon è uno stile di vita, se intendi il Canon a modo mio. Non volevo Hermiglia, la gnocca che sbatte le ciglia, e nemmeno Drameo, perché sei tu Drameo. Quando parlo di Canon intendo la struttura base - un personaggio che ha un passato non deve per forza restarci ancorato a vita, l'importante è tenerlo presente e dare delle motivazioni plausibili ai cambiamenti - e soprattutto intendo sottolineare che io il Canon lo conosco, perché una delle accuse più frequenti alle autrici Dramione è: ti inventi le cose, non sai di cosa parli, ma li hai letti i libri? Non ho mai sentito la necessità di giustificare le mie scelte, piuttosto quella di farle capire. Tendo ad essere complicata, a rimuginare, a teorizzare: dire al lettore "ehi, guarda: questa cosa ha una ragione d'essere ed è questa" mi serviva a stabilire una comunicazione, a facilitare la comprensione e a, non lo so, evitare le domande cretine, certe volte!

In un capitolo  de “La Bellezza del Demonio” hai citato Fabrizio De André, con la frase “Ma la divisa di un altro colore”, tratta da “La guerra di Piero”. Pensi che questo sia uno dei punti cruciali della diversità tra Draco e Hermione? Nella canzone si parla di uomini pari, eppure con ideali discordanti: era questo il concetto che volevi marcare?

Non solo: ci sono molti aspetti nella canzone di Faber e sono, credo, gli stessi che ho voluto rimarcare io. Tanto per cominciare, la Guerra di Piero è appunto una guerra. Una guerra che due soldati si trovano a combattere "l'un contro l'altro armati" senza aver scelto il proprio nemico. Chi può dire se Piero e quell'altro, magari, conoscendosi senza divisa, non sarebbero diventati amici? Magari si sarebbero piaciuti. Un altro aspetto è che non va mai giudicato un libro dalla copertina. Che non si demonizza a prescindere solo perché "mi hanno detto che". Le persone vanno considerate per quello che sono e pertanto vanno conosciute. C'è poi un concetto ancora diverso: smesse le divise, siamo uguali. Smesse le divise, amiamo dello stesso amore, abbiamo la stessa paura e le nostre lacrime sono salate, così come il nostro sangue - appunto - è rosso, che siamo Gryffindor o Slytherin, Pureblood o Mudblood.

Sei un’autrice che ha dimostrato di saper scrivere anche flash, ad esempio, in “Senza trama e senza finale” ci presenti un amore intatto e consumato. Come mai hai lasciato che Hermione si cullasse in quella sensazione di vuoto e di pieno, di inchiostro ma anche di fogli bianchi? Hai cercato di dare loro una storia senza fronzoli e pericoli per dimostrare che possono stare insieme anche senza una spada di Damocle che pende sulla loro testa?

È interessante vedere come da una flash si possano trarre impressioni tanto diverse. Quella storia parla di un amore interrotto, riprendendo in effetti la flash precedente - verranno a chiederti del nostro amore - ma, appunto, in quanto senza trama anche senza possibilità di avere fine. Nella mia testa, Hermione guarda il mondo senza vederlo, perché fuggendo da lui - da quella sensazione di incompletezza data dall'assenza di un canovaccio nella loro relazione - cerca altrove, senza trovarlo, ciò che le mancava. E allora, solo allora, capisce.  Non so se potrebbero mai innamorarsi senza essere alle strette. Credo però che, consolidata la relazione, potrebbero avere persino un bel finale. Tutto sommato se lo meritano.

In “A very Malfoy Christmas” troviamo Draco ed Hermione alle prese con il loro figlio, Lucas, un bimbo piuttosto vivace. In questa OS vediamo anche un ‘nuovo’ Lucius, per così dire; letteralmente innamorato di suo nipote. Questo è il Lucius che ti immagini? Credi che, Lucius, ami suo nipote in un modo così esplicito perché sa di non essere stato così affettuoso con Draco?

Ma no, è che è invecchiato e dunque si è rammollito un po'. Battute a parte, non sono nemmeno dell'idea che Lucius sia padre burbero e cattivo. È sicuramente esigente col figlio, ma diciamoci la verità. Draco era un bimbetto viziato e non credo lo sia stato solo in virtù di Narcissa. Ecco, a proposito di Cissa: credo che una parte nell'evoluzione di Lucius nel ciclo della Bellezza si debba a lei. Ha rischiato di perderla e l'ha ritrovata, in fondo, grazie al figlio e alla Sanguesporco che, tra l'altro, gli ha pure dato un nipote che porta quasi il suo nome. Sfido chiunque a non rammollirsi almeno un po'!

Abbiamo saputo da qualche uccellino che stai lavorando a un forum tutto tuo. Ovviamente noi ti seguiremo con moltissima ansia e non vediamo l’ora di scoprire tutto a riguardo. Frattanto che attendiamo l’apertura del tuo nuovo posto di ritrovo, vorresti svelarci qualcosa? Cosa troveremo? Noi speriamo, naturalmente, di leggere il seguito di PoB.

Il punto cieco, si chiama così in nome del romanzo di Orwell, 1984. È il punto in cui le telecamere del Big Brother non ti raggiungono. Il pezzetto di muro dove puoi essere te stesso. Ci saranno tantissime cose: innanzitutto le mie fanfiction e quelle di chiunque vorrà pubblicare lì, poi un'area discussioni, una di critica e molte altre. Ovviamente siete tutte invitate. È ovvio che PoB ci sarà.

Path of Blood. Un fantastico titolo per una fantastica fan fiction! Come ti è venuta l’idea per questa ff? Insomma, per i pochi capitoli che abbiamo letto, si capisce che hai intenzione di attenerti ai libri il più possibile… deve esserci una trama complicata, dietro! Tornerai a scriverla? E' il sangue a unirli in questa fan fiction? Ma soprattutto: sarà il sangue a dividerli e a compromettere la loro relazione?

A me le idee vengono sempre in modi cretini: nella fattispecie, stavo giocando a Call of Duty. Un tizio mi ha accoltellata e io ho iniziato a dirgli "sectumsempra, sectumsempra". Così mi sono messa a pensare al capitolo omonimo di HP e "cosa sarebbe successo se". Il resto è storia. Non ho mai smesso di scriverla, in realtà, anche perché ce l'ho in testa fissa e dopo tutto quello che ho sudato per metter giù la trama non intendo lasciarla incompiuta. È il sangue ad unirli... non lo so, immagino che possa essere. L'amore finisce sempre in sangue, dice King in "The Stand". In qualche bizzarro modo, il sangue di lui sul pavimento li ha fatti trovare. Il sangue di altri li costringerà ad alcune scelte. Il sangue di lei forse li unirà, forse li dividerà. Forse entrambe le cose, in momenti diversi. E poi c'è il sangue delle vittime della Guerra.

Siamo tutte curiose di sapere un tuo particolare. Quando scrivi, quando l'ispirazione arriva, come reagisce poison? Sigaretta, caffè e sciarpa verde-argento al collo pronta a combatterla? O altri rituali che noi non conosciamo?

Sigaretta e caffè sempre. Di solito comincio a prendere appunti volanti, perchè arriva nei momenti sbagliati quasi sempre. Alla peggio mi rigiro le idee in testa, ruminandole alacremente finché non trovo cinque minuti per buttarle giù.

Un romanzo nel cassetto? Lo abbiamo tutti, anche la magnifica poison spring lo avrà! Ci rendiamo certamente conto di essere inopportune, ma… un piccolo indizio? Sarà una storia d’amore o un romanzo d’avventura? Cavalieri e draghi o Teletrasporto e robot? Fin dove si sono spinti i tuoi sogni di scrittrice?

Verso l'infinito e oltre? Il libro nel cassetto... mi dicono sia fantascienza. Né draghi, né cavalieri, né robot.  L'unica cosa che posso dirvi è che il tema del sangue misto sarà presente anche lì.

Sappiamo che poison spring è un ossimoro, ma non sappiamo di quale pasta è fatta dietro a quell'ossimoro. Tenace? Combattente? E' un uragano che non si arresterà mai? Chi è davvero poison spring?

Io resisto. Sono una resistente nel senso più profondo, è qualcosa che ho ereditato dalle generazioni passate. Credo nel valore della Resistenza, di fronte a tutto e tutti. Sono stabile, mi altero di rado, mi faccio toccare da poche cose. Qualche volta vado in pezzi, ma fortunatamente ho sempre un paio di buoni motivi per rimetter tutto assieme. Credo di essere, per alcuni versi, il mio Draco. Il serpente sotto la pietra, il drago che sputa fiamme solo per qualcuno, per qualcosa in cui crede. Ho un'indole abbastanza anarchica, sono naturalmente dissacrante. Tra chi veste da parata, vesto sempre una risata. Per quello non duro a lungo in posto solo.

Ma parliamo di poison spring nella realtà! Vuoi dirci che lavoro fai? O studi ancora? E l’amore ha bussato alla tua porta? Magari sotto le spoglie di un Malfoy!

Programmatore di giorno, aspirante scribacchina di notte. Faccio siti internet, sono sottopagata - come tutti - e vivo sola, con Cippi, la micia. Per quanto riguarda l'amore, bussa da "cent'anni ancora" alla mia porta. Non sa leggere: fuori c'è scritto "chiuso per ferie". Il fatto che abbia un ragazzo alto biondo e straniero poi è, come dire, un dettaglio irrilevante.


Poison, grazie mille per il tuo tempo e per le tue risposte, sei stata gentilissima! Ci vedremo presto, ma per ora ti lasciamo alla tua vena creativa, il tuo stile verboso e ai tuoi “sù” che amiamo tanto. E’ stato un vero piacere poter parlare con te, ci hai dato delle magnifiche risposte… non ci aspettavamo altro!
Qui trovate il link del nuovo forum di poison spring, gestito da lei e altre due sue amiche: http://ilpuntocieco.altervista.org/forum/

2 commenti:

  1. Che bell'intervista! Davvero molto interessante e poi io adoro Poison e non vedo l'ora che ricominci a pubblicare POB. Grazie ragazze!
    Streghetta.

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  2. Bellissima intervista.
    Complimenti!
    Me la sono gustata in compagnia dell'autrice, e di una bottiglia di tequila, sì sono decisamente fortunata!
    Grazie

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